ANDREA FLEGO
Isole nel meriggio
“A Gianluca e Margherita“
Tres cosas hay que hacer en la vida:
tener un hijo, plantar un arbol y escribir un libro.
Tre cose son da fare nella vita:
avere un figlio, piantare un albero e scrivere un libro.
(proverbio spagnolo)
- SOGNI.
(a Rainer Maria Rilke)
Stelle cadenti a notte
che costellate strade a divinare
del desiderio i corsi e del destino!
Ah! farsi forza e uscire
orecchio a terra auscultare nel grigio
dove ogni cosa va fiutare i guadi!
Fuori di senno il sogno?
Caparbia voglia impudico volere?
Untore e sfida del sacro reale?
Ah! farsi forza esserci
leggere ricercare
Fantàsia temperare nel reale!
**
Sempre amerò quei sogni
che il cielo mi darà fatti di vetro
cemento ferro sapienza coraggio.
NEMESI
- LA NOSTRA CABOURG
Supino al vento. Notte: Sciabordìo
di scommesse e ambizioni. Cuori in gola
sparsi dalla scogliera. Dolce
si diluisce la stagione al mare
dolce di tanti piccoli frammenti
costruita in sordina.
**
Anch’io Rainer stupito
romantico inattuale
ho trovato una patria
una piccola Cabourg.
(Duino)
- UN ANGELO SCIUPATO
Arrida terra rossa che nutrivi
semi di cardo semi di girasole
crebbero in poca acqua ed elemento
inorgogliti al vento ostentavano
spine.
E sassi tratti su per la collina
durezze antiche pur senza sapere
la casa dei sorrisi poca ragione
al cuore.
E poi frusciare sabbie infide quando…
seduto assorto un angelo scarmagliato
àncora diede al fortunale
muto.
E poi casa mondo gioielli angosce labbra
teorema lacci da scarpe insieme
scapestrata fiducia ragazzaccio
durezze e spine e sentimento
ancora.
**
E’ sempre lì quell’angelo sciupato
seduto assorto offre e sicura
muto.
In cambio grandi domandano i suoi occhi:
-Il tuo respiro lasciami ancora
accanto-.
- RISPOSTE
Alice ferita aperta
che maldestro ho congelato
mano fredda e tesa
che mi reclama vivo.
Che vai cercando Alice?
Forse in me la ragione
del tuo ruvore?
Ma non è forse solo
il tuo scostarti
che ispido mi assilla?
E se lanciamo un ponte
basterà poi spalmarlo di sorrisi
per soffocare l’acido
che in fondo rode?
**
Risposte. Come cercare?
Cercar da noi o lasciar fare
al tempo?
- NESSUNO
Scivola sull’acqua silenziosa
la nostra vita di cercatori (in agguato
Nessuno divora sirene commosso pirata)
di cercatori d’oro.
Costeggiare è la nostra vita
scogli gente maree corteggiare
e sedurre per isole.
Legato e celato alla terra è Nessuno ma non le appartiene
Signore della Battigia.
Ma poi non ci si ritrova (ori maledetti
attirano mille bussole) orizzonti diversi implacabilmente.
Raffiche di babele nessuno rimane per raccontare.
Prendiamo le vele con gli occhi ma ci sfuggono
di tra le rotte. A volte ne abbiamo abbastanza
del vento che spira.
**
Alcune abbiamo provato a fermarle.
Le avremo dolcemente negli occhi
alla fine del viaggio.
- AFTER
After many acid days
after a lot of night
after a stormy loving hate
after an artificial dying…
perhaps now time is peace:
time is a smile
in thinking of you.
DOPO
Dopo molti giorni acidi
dopo molta notte
dopo un odio amorevole e burrascoso
dopo un morire artificiale…
forse ora il tempo è pace
il tempo è un sorriso
nel pensare a te.
- ERI ME
Ricordi quando mi hai raccolto
sulle rive del deserto?
E quando mi hai preso per mano
e mi hai condotto via?
E quando il tuo profilo
è diventato isola mai prima indovinata
ed il tuo mormorare sorgente mai prima così amata?
E quando volammo assieme
per le rotte della fantasia
e della ragione?
E quando la mia passione
e la tua indecisione hanno partorito
la nostra invidiata goccia d’acqua?
In tutte queste cose tu eri me
teneramente me tenacemente me.
Ed io di quando in quando mi ammalavo
di una sottile ed ambigua malattia:
aver bisogno di te e averne paura.
**
Ti cerco sai, anche nel darsi tutto;
ti cercherò preziosa
-ed è la prima volta-anche nella scoperta
di non potersi dire.
- IL NOVISSIMO MELZI
Altri tempi a S. Sabba ancora lorda di Risiera
(lager negato non si poteva dire)
Pinuccio quale infantile gioco?
Nero d’olio di fabbrica mio padre un aeroplano
felicità lucente d’alluminio al tornio.
-Se fossi andato a scuola- sempre disse.
Periferia fumosa lezzo d’Aquilinia nella minestra
petrolio a Zaule e ci andavamo al mare.
Grandi guerre in via Paal. Ero piccolo e schivo.
– A che serve? – chiese Pinuccio – E’ un libro:
Il Novissimo Melzi – feci io – chiedimi una parola!
– nave – rispose. Io risi.
**
Il primo libro della mia famiglia lo ritrovo
a Duino: Pinuccio! Un soprassalto: l’ultima volta
in clinica candidato suicida. Io dottore.
Or son tornato. Ricco
di sapere e ricordi. Della mia biblioteca
questo è il libro piu’ grato.
- LA CANZONE DELL’UOMO CHE NON C’E’
(Frammenti da un’opera rock)
E’ la canzone dell’uomo che non c’è
lente passano le ore a cercare dentro in te
ogni ragione ogni senso dell’età
ogni emozione ed imperturbabilità.
Quando senti la canzone dell’uomo che non c’è
ripercorrere pareti notti attese intimità
ti senti donna forse meno forse piu’
ti senti roccia che si scioglie con le lacrime nel tè.
quante volte la canzone dell’uomo che non c’è
ha celato le tue rughe ha nascosto i tuoi perché
come ti è magico trovar felicità
come ti è dolce costruire umanità
di cui nutrire i figli tuoi
- MIND’S FICTIONS AND SOUL’S TRUTH
My mind is like some pretty clothes
I wear upon naked skin of soul.
Does mind appear out of the ocean
as an earthshake arising peak?
Magma is my soul deep sweet and free
not seen not heard but free.
It needs it likes breaths on the neck
and silence fingers on its lips.
**
Mind is the stage I use
to bring my soul a-walkin’ around the world
LE FINZIONI DELLA MENTE E LA VERITA’ DELL’ANIMO
La mia mente è come una veste attraente
che indosso sopra la pelle nuda dell’animo.
La mente appare fuori dall’oceano
come un picco sorgente dallo scuotimento della terra?
Magma è il mio animo profondo dolce e libero
non visto non sentito ma vero
Ha bisogno di respiri sul collo
e gli piacciono dita di silenzio sulle sue labbra.
**
La mente è il palcoscenico che io uso
per portare il mio animo a spasso per il mondo.
ONIRIA
- AMANDA (Frammenti da un’opera rock)
… Giunsi una volta anche alla terra di Sicilia,
giunsi alla pianura di Eubea ricca di vigne,
e a Sparta, la splendida città dell’Eurota feconda di canne,
e benigni tutti il mio arrivo accoglievano,
ma gioia non riscaldò il mio cuore dell’accoglienza ospitale:
in tal misura nulla m’era piu’ caro della patria…
(TEOGNIDE DA MEGARA, VI SEC. A. C., FRAMMENTO N. 17)
**
… Deve pur esserci un posto
dove i sogni cominciano al mattino…
**
**
… Quali emozioni antiche si rincorrono
nel raccontare
le storie delicate e intraducibili
dei nostri giorni.
Distese senza tempo e i venti del sud europa
non colmano
la vela del destino e dei tuoi sogni
Amanda.
La vela che tuo padre ha portato lontano
e tu non sai piu’ quando
e quante volte gli hai scritto:
-perché non sei tornato mai?-
– e come fai ad amare tra ghiacci e foreste
che non s’erano mai viste?-
-qui la tua donna ti apre ogni giorno la porta-.
-Forse devo restare con lei
immaginare la libertà
come se fosse restare
per amore per lealtà.
Cosa mai sarà la libertà?-…
**
**
… Quanto
di questi liberi momenti
pensati sotto pelle
il tempo ci lascerà?
Gira
la ruota tritapensieri
schiaccia sulle pareti
grappoli di emozione.
Senza pietà
il pendolare inghiotte la città…
**
- NORD.
(Frammenti da un’opera rock)
L’esule non ha amico, non ha compagno fedele:
e questa è pena ancor piu’ amara dell’esilio
(TEOGNIDE DA MEGARA, VI SEC. A. C., FRAMMENTO N. 8)
… Lasciati sfiorare dalla nebbia
lasciati cullare dalla rabbia
lasciati avvicinare dalla città che morde
le tue spalle i tuoi pensieri
mentre il Nord già ti entra
nel respiro anche
se non sembra tutto vero
insegui i tuoi vecchi
silenzi a confondersi
in mezzo a giovani rumori
e il fiato per correre insieme
a questo metrò ti manca
sempre di piu’.
Ma al Nord si avverano i pensieri
anche se non vengono a colori
anche se a volte ci si perde
o si resta soli
si può disegnare una città
sull’orizzonte
e quando la memoria ci accarezza
si può cercar riparo
tra la gente.
**
Stringi nuove mani con dolcezza
sciogli la speranza nella piazza
altri amori senti crescere dentro
avvolti a malapena
in un po’ d’incertezza
mentre il Nord impercettibile
mistero ti risponde col suo fiato
volubile e raro e come in un film
c’è un diaframma invisibile
come ci fosse un cuscino
di nulla un muro
di polvere. Fino a quando
resisterà?-…
- SHODOKA
(Frammenti da un’opera rock)
Una farfalla di carta da tempo
voleva essere viva
ed aspettava con ansia
che un pennello amico
la donasse al mondo.
Finché una sera acerba diede
al pennello i suoi colori
argento e perla
Shodoka allora-la farfalla-
dal foglio incerta s’involò.
Shodoka bambina che voli al mare
con ali di carta velina
Shodoka sincera difendi i tuoi colori
forse il sale li stingerà.
**
Ed il pennello stillava
del colore argento e perla.
Guardando il mare spendeva
la sua nuova difficoltà
di disegnare
Shodoka volava-stupita-
di qua e di la’
dall’orizzonte
-Voglia il cielo
che sia bella e che ritorni
ogni tanto qui-
Shodoka diceva: – sono viva
e tu sei solo uno strumento inerte-
E poi sorrideva: -vola anche tu
da qualche parte un giorno
mi troverai -.
Shodoka farfalla voglia
il destino
che tu non sia
Shodoka ribelle solo
la mia fantasia.
- LA FIGLIA LA MADRE LE STAGIONI
Densa d’amore d’occhi di rimbrotti
e d’inquietudini leggère nella mente
la Madre (terra) vive senza respiro
delle sue incontrollabili corolle.
Le spia teneramente a bucar la neve
ma il pudore di Figlie la vorrebbe assente
l’ansia del nuovo invece in tacita fiducia.
**
Ma chi si proverà a fermare il sole
per negare la primavera che esplode?
Chi non vendemmierà per ingannare
l’autunno che fa austera e bellissima la terra?
Ma primavera e autunno Figlia e Madre
hanno insieme colore intese odore
da incoronare degnamente il tempo.
- ROMA.
Roma,
dolce strega e sinuosa
si mostra al sole di S. Pietro. Copre
nel pigro “look” il fascino segreto
della sua mente…
- AMORE E PSICHE DI CANOVA.
Ali e segreto esseri e pietra sai
mi specchio. Frutti della ragione (noi?)
immobili fruscii di desiderio.
Acque di lago accennano
ai segreti del bello.
(Lecco)
- AMO.
Amo trascorrere stagioni
a cercare risposte evanescenti
amo poi le domeniche inseguire
fantasie e contatto col silenzio.
Mi tormenta la pioggia e l’aggirarmi nel
parcheggio
senza saper andarmene. Speranza
c’è nella fuga e vero inquieto
e scherzo un poco triste nel sorriso
e tutto mi risponde e mi confonde
insieme.
Forse è una tenera umanità (preziosa e assente)
greca
o forse (si può semplicemente dire?)
non è di fatto aria.
**
Voce di quando in quando e poi mi rodo
son troppo o troppo poco?
Ma se ci sono – sola risposta – devo
anche se l’odio
affidarmi al tempo ed all’incerto.
- TENDERNESS AND WAYFARERS.
Along the bow which life strains with its rope
a need of Tenderness breaks up the quiet steps
of a Wayfarer.. He (she)’s going to a mighty hope
to reach the end being wise to be perhaps
a grown-up spirit. But he (she) feels on side
only a day-by-day growin’ up pain.
Eyes are too-seekin’ boots need a lot of pride
to keep ghosts out of the rough road and brain.
**
May he and she Wayfarers meet the fondness
and skin velvets each other before time wanes?
TENEREZZA E VIANDANTI
Lungo l’arco che la vita tende con la sua corda
un bisogno di tenerezza rompe i passi tranquilli
di un Viandante. Egli (ella) sta andando verso
[una possente speranzaquella di giungere saggio(a) alla fine di essere forse
uno spirito cresciuto. Ma sente nel suo fianco
solo un dolore a crescere giorno dopo giorno.
Gli occhi stanno cercando troppo i calzari hanno
[bisogno di molto orgoglioper tenere i fantasmi fuori dalla ruvida strada e
[dal cervello
**
Potranno lui e lei Viandanti incontrare la passione
e velluti di pelle l’un l’altra prima che ne manchi
[il tempo?
- SIBILLA MIA SIBILLA
Mappe porta la notte sentieri immaginari
a leggere la cabala dei giorni
inesplorati ancora.
Sull’orizzonte dubita s’increspa
l’ala del passo migratore
non terra né miraggi o isole di gabbiani.
Quale fortuna combattente altero
quali segreti emozionare ancora?
Eroi basta.
L’armatura non regge
strali piu’ subdoli senza trasudare
succhi di morte.
Cedere è fine piu’ greve proseguire.
Dimmi ancora di come e del presagio
inquieto dei vent’anni:
-“Non so se mai tu troverai la pace
finché non porrai il capo sul mio cuore” – (1)
Dopo altrettanti dov’è il cuore dei giorni?
E la Sibilla linfa del destino?
Muta nel vento beffarda sibillina.
***
1) Versi finali di “Libertà”, lirica scritta il 25 marzo 1968
( “Ricordi d’un tormentato liceo”, inedito).
19 bis. LIBERTA’
(25 marzo 1968)
Non posso lasciare alle rocce il loro colore
senza sentire il profumo della serra
non posso credere al vento traditore
senza percorrere le piane della terra
vale piu’ l’uomo o il dovere?
val piu’ la gioia o il dolore
che è l’uomo se non pietà e potere
caldo freddo se non contraddetto umore?
Tortore paiono mentre son falchi
canto stregato penne potenti
mentre si librano nel cielo. Liberi?
Qual’è il tuo credo, tortora?
ed il tuo dio, falco?
Esiste libertà da te, amico falco?
Esiste amore volto a te, tortora?
**
“Non so se mai tu troverai pace
finché non porrai il capo sul mio cuore”.
- PRIGIONIERO.
Alba quieta di torpidi pensieri
e prigioniera.
Santu Fiorenzu minerali a la rena
multicolori
come i miei giorni. Affiorano frammenti
dimentichi monili.
**
Arco che scocca contrasti insospettati
a settentrione
fin sull’Aurelia. Deserto marea vigna
come il mio cuore:
fuggo sul mare ai polsi il clangore
dei ceppi infranti.
**
Inchiavardato anelito mi sento
nano empireo vitigno
di Patrimonio.
(S. Florent/Patrimonio-Corsica)
- ARIANNA-LIKE…
(to Arianna and its finally parents)
How many times we feel without a chance
and roughly run the rainy paths to try
to cross over a Tuscania-like hills’ glance.
But suddenly Arianna-like’s the sky.
How many people cover hints of feeling
sometimes painfull or painless sometimes hide
– life (as a psychotherapy) is thrilling -.
But suddenly Arianna-like’s the pride.
**
How many years we must go elder sailing
until we flash up with the chance of chances:
out of the bushes our wounded smiling
may draw sometimes Arianna-like romances.
SIMILE AD ARIANNA
(Ad Arianna ed ai suoi finalmente genitori).
Quante volte ci sentiamo senza possibilità
e seguiamo con tormento i sentieri piovosi per cercare
d’attraversare uno sguardo di colline come fossimo in Toscana.
Ma improvvisamente simile ad Arianna è il cielo.
Quante persone coprono cenni di sentimento
talvolta doloroso o senza pena talvolta nascondiglio
– la vita (come una psicoterapia) è d’alterne emozioni -.
Ma improvvisamente simile ad Arianna è lo splendore.
**
Quanti anni dovremo andar piu’ vecchi per mare
finché non ci infiammi la possibilità delle possibilità:
fuori dai cespugli il nostro sorriso ferito
può trarre a volte fantastiche avventure
somiglianti ad Arianna.
ESSERCI
- CUORE SELVAGGIO.
Perché il mio cuore soffre
quando il tuo si confronta col mondo
anche se la mente sa
che è un modo per tornare
piu’ saggio?
**
Forse perché è mite
acerbo ancora e selvaggio.
- PRESENZA
Sana e gioiosa amica e scoppiettante
di una rara virtu’: il saper vivere
in pace e con saggezza i vizi. Forse
non immagini quanto sia stata
dura con te la prova e necessaria.
**
Per questo sarai cittadina onoraria
di questo piccolo Stato del Possibile.
- CORRERE VIA
I.
Sereno argomentare s’appone alla violenza
s’irrora l’acting out d’ogni umana risorsa
speranza infine s’offre alla paura.
Ciò non ostante
tempo si regge senza lumi
barbaro in piazza.
Perché non andar via?
**
**
II.
L’ultimo sguardo è andato sprecato
l’ultima candela spenta.
- ALTRE FINESTRE
Spendiamo talvolta i nostri occhi
come finestre ad affacciarsi sulla strada
talaltra ad ancorare altre finestre.
- DONNE E UOMINI DELLE PAROLE
La gente talvolta – quelli che hanno freddo –
si ferma alla bancarella
delle donne e degli uomini delle parole.
Si fermano a volte
quelli che han dolori quelli che guardano l’orizzonte
quelli che non sanno svernare quelli che hanno amori.
Donne e uomini delle parole di vendono
con passione si danno con astuzia
si lasciano prendere con ansie.
Ma anche donne e uomini delle parole hanno freddo
dolore cercano terra sconosciuta sopravvivono.
Anche donne e uomini delle parole hanno amori.
Si rifugiano talora nei caffè la sera
come vecchie signore lucenti.
Si nascondono la notte in oasi improbabili
affannosi cammelli in fuga.
**
Donne e uomini delle parole
illusi e sognatori. Forse
solo a frammenti è data la saggezza
a chi mostra paura di invecchiare.
- DROGHE E MIMOSE.
Noi signori del sesso e delle cose
arbitri di illusione e di sconcerto
virgulti noi drogati di mimose.
Mimose abbarbicate dentro al guado
oppure ardite e sfida del deserto
eternamente femmine malgrado.
E noi…rabbia rispetto sentimento.
(8 marzo).
- ROMANIA
Uomini di pace figli
di eventi insorti da passati amori
contro l’ardore del nuovo e perfetto
soffrite – soffriamo – ora
vecchie città malandrine e brillanti
sventrate da caserme di realismo.
Anche noi da sempre titubanti
abbiamo gettato in mare
e piu’ volte con affetto ripescato
le nostre malegrazie.
Anche noi mai paghi del presente
cerchiamo da sempre un mondo nuovo.
Anche noi da sempre temevamo
(invoca la resa dei conti)
Il – tutto ora cambia -.
**
Già l’esteta ci aveva avvertito:
– Se ad ogni capodanno
tutto è nuovo e perfetto
avrete bisogno di troppi capodanni -.
- ROMANIA
Donne bambini nascono speranze
(e sangue).
Stella rossa strappata danza di strade
(e sangue).
telecamere incerte stuprano il medio evo
(e sangue).
Ribolle l’emisfero. Quale sorte?
(Criptica libertà?)
*
Ma voi per dio
FERMATE LA VIOLENZA.
- COSE
Cose del mio fluire altalenanti
in bilico pudico. Sottovoce
filtrano all’aria brune bottiglie al mare.
Suggere pelle cervelloso attento
passatempo ai confini cupidigia
dell’altro e d’assoluto. Antica privazione.
Nuova odissea cercare nuova domanda
menti altre il difficile. Vagare
incontinente di saperi e mondi.
Comune a pelo ma diverso a vivo
(ma qui la sorte e l’anima s’attardano
il cerchio incombe l’umore s’ispessisce).
Non siam piu’ noi quando l’immoto
spaventa e rassicura? O invece è nuova
pace a cui fanciulli in gioco ci abbandoniamo?
E Margherita crocevia dei sogni
sogni di molti (ma siano cari al cielo
soltanto i suoi).
E nobili ragioni e sentimenti
quale fu il bivio a cui lasciaste il passo
e suoni e voci faci tremule a notte?
**
Cose di molti edonìa grinta la morte
esser piccoli e flutti aver voglia di grande.
- RIMA AGGHIACCIATA 1990
Tizio infermiere caio dottore morti
morti ammazzati. ‘Ndrangheta camorra?
No. Cartellino. Mito. Mestiere. Il mio.
**
Tempo di pesci giorni sagittari
armati alieni due. Mito per scudo.
Ad uno cinque anni all’altro un colpo a morte.
**
Mito indifeso. Realtà fendenti. Soli?
(idea altra?) e impetuosi? (a guardia bassa?).
Tra disattenti uno a terra brucia. M’imbrivido al riparo.
**
Stridor di freni dove altre rotaie? Alla fermata
scenderanno dunque miti e distrazioni
per far viaggiare ormai arti e mestieri?
- GENOVA NELLE TASCHE
(a Gianluca e Margherita).
Figlio amato pallone
a cavalcar le onde.
Figlio amato pensieri
a schiudere orizzonti.
Senso ti resterà racconti
istanti io che non fuggo
figlio senza madre. Se Genova
ricordo avrà di noi
sia per balconi aperti
sul mar mediterraneo e sul destino
festa di attese – Duino – e del tuo nuovo
essere grande.
**
Piccolo uomo e piu’ piccola donna
– sospinti a cielo e mare –
non piu’ navigatori non piu’
santi. Per fuggir la tristezza
ancora un po’ banchieri
filosofi e poeti.
(Ospedale Gaslini- Genova)
- IL SUSINO
Come un castello arrugginito
svetta nudo
il susino ed indifeso
nel cielo grigioneve.
M’era venuto a pena
quel suo incombere folto
ed annaspare su pochi gradini
d’aria tra leccio e balconata.
A ricordar la gioiosa fatica
scricchiolante d’offerta
in mille gocce di luce
restavan solo sofferte ridondanze.
Ora non filtra agli occhi
il mare del Timavo e par ferito
forse per giorni e giorni dalla mia
improvvisata potatura.
M’era presa fregola di potare
con te pensieri e lucide ansie
per Margherita e la fortuna.
Fors’anche di dar luce e confine
all’intricato verminaio
(veti alla schiena e assenze onnipresenti)
che fa sterile il frutto
mio quotidiano.
Oppure forse solo posare
nell’attesa quell’ingombrante gerla.
Ora sfrondati i rami
ed i pensieri resto qui
indeciso – albero –
se inverno ci temprerà per le spartane
nostre sembianze
se nuova linfa e antica dignità
ci daranno altre gemme.
*
ma già ti anelo – susino – di diamanti
pendaglio e Margherita
camminarti attorno.
- CHAMBRE D’AMOUR
Qui
dall’amore uccisi leggendari
amanti l’Oceano rende
la notte nel respiro
e quell’essenza – umori
d’eros marino ribolliti
per miglia e miglia al vento –
inebetisce i sensi.
Qui
nella notte insonne
si riaccendono turbini e colori
magia e fragranza della còte sauvage
di Quiberon ma l’altro
Oceano è stato altro perché
ancora il calabrone
ronzava con perizia ed incertezza
di tra falesie irte d’angosce altrui.
Qui invece
s’è scoperto crisalide s’è visto
ferito a tessere
quieto inapparente.
Qui
dove occaso e mare
diuturni irridono l’orgasmo
degli amanti. Qui dove ancora compiono
lo stesso sacrificio
dilagando ogni anfratto e dove ancora
quell’ignota passione arde
in seno alla storia.
(Biarritz)
- L’ITALIANO
Lago Lemano incanto
predisposto con cura. Nel bistrot
servono birra lunghi flùtes allusivi
unico licenzioso cenno. Fredde
serate dietro la finestra:
vele Savoia nuvole a svanire
nel sonno la montagna. Rivedere
– che vide Byron? – maschere ad una ad una
di questa babilonia.
– Voulez-vous déguster – sorriso thailandese
– notre viande séchée – (orgoglio dei Grigioni)
e par che dica: – è la mia patria, intendi? –
Il professore
allampanato e dolce va cercando,
fluttuante al traffico come a guado
nel Merrimack, delicatezze elvetiche
per i bambini in Massachusetts.
Caro
odoroso settembre alla finestra
d’acqua e di brume cornice a bella gente.
Terra accogliente asilo
– la radio annuncia – soltanto a chi lavora.
Gentlemen e ladies in abito da sera
tra fitte occhiate inglese e gamberoni
alludono a Belgrado (tempo della Croazia).
E di calice in calice stupisce
il maìtre iberico fin dentro ai guanti bianchi
man mano che l’idioma già prezioso
va a scialacquarsi in balcaniche risate.
Qui la chance è per molti e senso e casa.
anche per me qui c’è un mare al mattino
ed un sogno la notte. E’ grigiazzurro
il calore che avvolge, forse è questo
il color Lemano, e forse è vivo…
***
Quasi ogni sera il portiere in sordina
– sta qui non so da quanto né da dove –
mi chiede in italiano come va.
Sembra felice di sapermi sceso
all’Hotel d’Angleterre.
(Losanna)
- TRIESTE
Com’è Trieste a rivederne i clivi
di quando in quando e carezzarne il cuore
con gli occhi di rugiada nel ritorno.
Com’è Trieste scenario di marosi
Barcola fumigante di bora e di luce
aghi di mare gelidi alla fronte come allora.
Com’è Trieste stupita al mio accento,
passione acerba insospettata ai piu’
che la pensano casa solo perché ci stanno.
Ed il viandante com’è, che c’è nato
solo perché un destino migrastirpi
ve l’ha posato ad amarla pochi lustri.
Ma non dirò, o sarà solo bisbiglio:
amo Trieste, come quando all’indietro
ritornavo da scuola per dare meno vela.
Cerco Trieste, rada e preziosa amante
dell’oriente, da corteggiare in costume straniero.
E’ mia, seppur segreta. E lei lo sa.