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Perché questo sito? (continua dalla prima pagina)

“La cura delle emozioni”. Perché questo sito? E’ un sito professionale dedicato alle emozioni, soprattutto a quelle che più fanno soffrire, frutto di situazioni difficili, o di pensieri distorti. Si affianca al “prendersi cura” e alla “psicoterapia” delle emozioni, ed alla consultazione riguardo al rapporto tra “emozioni e cibo”, effettuate in studio. Complemento alla terapia e alla consulenza, quest’ultima anche online, ma non solo. Senza presunzione, vuole essere un momento di cultura e di riflessione sull’attualità. E luogo di attenzione alla più bella creazione della parola: la poesia. Perché questa scelta?

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Una lunga esperienza clinica nell’ambito della sofferenza psicologica e sociale mi inducono ad andare oltre alla pura indagine degli aspetti razionali dell’attività psichica. Tutte le cose che facciamo volentieri infatti, le facciamo perché ci danno emozioni piacevoli. Cerchiamo invece di evitare, per quanto possibile, quelle che procurano emozioni spiacevoli. Talvolta però le emozioni spiacevoli diventano predominanti, inevitabili, continue. E’ il segnale che qualcosa non va nella nostra vita e nei nostri pensieri. Che bisogna in qualche modo “metterci mano”. E nel fare terapia, non si può quindi occuparsi solo delle scelte razionali della persona, ma anche tener conto dell’investimento affettivo, positivo o negativo, che le accompagna. Le emozioni sono automatiche, in quanto derivano da quelli che Aaron T. Beck chiama i “pensieri automatici”. Essi sono quelle cose che diciamo a noi stessi o che immaginiamo durante le attività quotidiane, il costante dialogo che intratteniamo con noi stessi in ogni momento della nostra giornata. E alcuni di questi pensieri possono derivare da convinzioni negative che nutriamo riguardo a noi stessi, al mondo e al futuro. Queste convinzioni disfunzionali, o schemi negativi, vengono mantenuti grazie ad uno o più preconcetti o errori di logica. Paziente e terapeuta, insieme, cercano di scoprire questi pensieri automatici, di analizzarne gli schemi o le convinzioni disfunzionali che ne sono alla base, e che si presentano alla mente come temi ricorrenti. Incidere  su questi temi ricorrenti “ristrutturando” progressivamente alcune “credenze, è compito della terapia, che così facendo trasforma anche le emozioni che ne derivano. Le “credenze” sono quell’insieme di idee e convinzioni che abbiamo accumulato nella nostra vita, con l’educazione, con le esperienze e sotto la pressione sociale dell’ambiente in cui viviamo. ” Esse  possono essere “intermedie” o “profonde” (core beliefs), secondo la definizione di Judith Beck, e generano “pensieri automatici”, alcuni dei quali possono essere alla base di emozioni negative e del proprio “star male”.

Allo stesso modo può originarsi un rapporto disturbato tra le emozioni e l’alimentazione. E’ noto che i disturbi alimentari, sia quelli del versante anoressico che di quello bulimico, assegnano al cibo una grande valenza emozionale. Ma anche trattando casi clinicamente più semplici, come il più o meno lieve sovrappeso da cui è afflitta gran parte della popolazione,  viene da chiedersi perché molte diete, anche quando sono corrette dal punto di vista nutrizionale, non funzionano. Un motivo è sicuramente il fatto che mettersi a dieta solitamente non è una gioia, ma un “sacrificio”, e suscita emozioni negative. La dieta è spesso come i “fioretti alla Madonna”. Dura il mese di maggio, ma a giugno viene abbandonata. Adottare e mantenere nel tempo una dieta migliore è possibile solo quando si riesce a farlo “con gioia”, sostituendo cioè, per quanto possibile, le “gioie” del cibo non salutare, con quelle di abitudini alimentari migliori, ma  altrettanto o più piacevoli di quelle lasciate. E in questo è necessario “ristrutturare” diverse credenze intermedie o profonde, cioè la propria ”antropologia del cibo”, appresa in famiglia, dalle esperienze della vita e dalle consuetudini sociali.

Infine, questo spazio, denominato “in prima pagina” sarà destinato periodicamente a temi medici, psicologici e sociali di attualità “ad alta densità emozionale”. Quasi un  commento o editoriale giornalistico, nato dalla lettura dei quotidiani, e aperto ai commenti e ai quesiti dei lettori.
Lettori che, come i miei pazienti, sono e saranno sempre al centro della mia attenzione.

About Andrea Flego

Andrea Flego
studio medico di psicoterapia e psicologia dell'alimentazione

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Tutti i professionisti e gli studiosi devono qualcosa ai loro maestri. Ed è buona consuetudine ...

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         * Consulenza psicologica e psichiatrica – ansia – depressione – psicologia dell’alimentazione e ...

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