– Son questi i giorni in cui… – Antonio De Biasio
– Clemente Di Leo
– Stolac 2009
– Margherita Venturelli
– Città minore – Andrea Flego – Cmpanotto Editore, Udine 2006
– Oltre – Andrea Flego – Campanotto Editore, Udine 1999
– Isole nel meriggio – Andrea Flego – Cultura Duemila Editrice, Enna 1992
La poesia, dal greco “poiein – creare”, è un’arte che combina il senso delle parole con il colore e il suono delle loro sillabe e il ritmo che queste imprimono alle frasi; la poesia ha quindi in sé alcune qualità della musica e riesce a trasmettere emozioni e stati d’animo più di altre modalità di uso della parola.
La poesia infatti non si affida solo al significato e al senso razionale delle parole, che può anche diventare incompiuto o criptico, ma cerca di evocare emozioni soprattutto con la scelta dei suoni, delle immagini e del ritmo. La bellezza della poesia è quindi data soprattutto dalla sua capacità di parlare a quella parte non razionale, non “corticale”, della nostra mente, cioè di parlare al “cuore”, ovvero al nostro “sistema limbico”.
E in un sito dedicato alla psicoterapia delle emozioni la poesia merita di occupare, credo, un posto speciale. Così come le emozioni, occupano un posto speciale nella nostra vita, dominata dal pensiero razionale solo apparentemente e in modo incompleto.
Cercherò quindi, di quando in quando, di scegliere e presentare in questa pagina delle poesie di autori non molto noti, poesie perlopiù brevi, ma che, a mio parere, sono “dense” di emozionalità.
Ho scelto, come presentazione del sito, “La serenata”, una lirica di Vittoria Aganoor (1855-1910), che mi è sembrata particolarmente piacevole e attuale, in una poetessa che, sia anagraficamente, che stilisticamente, può sembrare “datata”. In Vittoria, troviamo invece, oltre a una spiccata sensibilità, anche un tentativo di sfuggire ai canoni ottocenteschi della metrica tradizionale in cui era stata educata. Mi sembra quindi poetessa “moderna”, cosmopolita (armena di origine, vissuta a Napoli, Roma, in Toscana, a Padova e a Venezia), ma al tempo stesso legata alla campagna e al paese. In particolare alla campagna e al paese veneto di Basalghelle, al confine tra la provincia di Treviso e quella di Pordenone. Qui presento altre tre liriche di Vittoria che mi sono particolarmente piaciute.
SCHIZZO
La Luna rossa e tonda
si leva su dai prati
lontani, che di cenere
la notte ha colorati.
Dell’infinita landa
la grigia tinta uguale
solo rompe il fantasma
d’un candido casale.
Sorride il plenilunio
a quel candor; sull’aia
un nero cane immobile
guarda la luna e abbaia.
VISIONE
So d’un palazzo dalle mura antiche
triste così ch’ha di sepolcro aspetto;
bruno di muschi dagli sproni al tetto,
ingombro l’atrio d’edere e d’ortiche.
Dentro, un’ava grinzosa, in sè raccolta
dinanzi al focolar deserto e spento,
segue a narrar con infantile accento
una leggenda che nessuno ascolta.
“È NEL MIO SOGNO…”
È nel mio sogno un prato tutto verde
solitario, tra due
spalle di monte, e l’erba trema al soffio
dell’ombra.
Di là, nel sole, cantano,
ma il canto va lontano e poi si perde.
Più solitario resta
e più silenzïoso,
nel mio sogno, quel prato tutto verde.